

1885: 4 cifre che raccontano un momento preciso della nostra storia, come 4 sono i 🎠🎠cavalieri dell’apocalisse🎠🎠, che proprio nel Luglio di quell’anno, scesero dai cieli e setacciarono le vie di Sassari al galoppo, per portar via con loro un cittadino ogni 4…il tutto in sole 4 settimane.
Questa storia si svolge in una versione della città ancora confinata dentro la sua fortificazione, allora intatta, immagine che fa pensare a una sorta di labirinto dal quale non è facile avere scampo, se a darci la caccia è quello che la gente inizia a chiamare -Flagello di Dio-, sua maestà “Il Colera”.
Se siete cresciuti in una città nella quale vi sono familiari i nomi “Luna e Sole, Carbonazzi, Latte Dolce” dimenticate per un attimo tutta questa -Modernità-, qui si parla di 5 rioni e 25000 anime che li popolano: “S.Nicola, S.Sisto, S.Donato, S.Caterina e S.Apollinare” con 5 Varchi/Porte intorno alle mura che fungono da accesso;
ed è proprio in una casetta presso Porta Nuova, che il 18 Luglio 1885, Peppe Pischedda (professione bracciante) inizia ad accusare degli strani malori che si trasformano prima in crampi, poi in sangue che viene espulso insieme a liquami dal proprio corpo, fino alla morte che sopraggiunge nella giornata del 24. In una manciata di giorni questa vera e propria piaga Biblica bussa alle porte di ogni singola casa in città, trasformandola in quella che Giorgio Asproni definisce “-✝️Un sepolcro di Vivi✝️-: In effetti solo medici e religiosi percorrevano strade e piazze. Quelli che di solito arrivavano dai paesi per vendere piccole derrate, si erano rifugiati presso i loro piccoli borghi, respingevano a fucilate i Sassaresi che già, nella loro disperata fuga, avevano diffuso il ‘Cholera Morbus’ nel Nord Sardegna…” roba di Zombie Holocaust made in Sassari…
Enrico Costa ci racconta invece di carretti che in pieno Agosto, sono colmi di salme ammassate, dai quali gli stessi cadaveri cadono e vengono lasciati per strada, non destando alcuna preoccupazione nel cocchiere, poiché sa che da li a pochi minuti, un suo collega con un carretto altrettanto carico, batterà la stessa strada e li raccatterà.


Siamo ormai a Settembre e come abbiamo detto, Il colera ha falcidiato un quarto della popolazione, ma il peggio è passato, la città riprende a vivere e il Flagello scompare definitivamente a metà Ottobre…e proprio qui, in questo momento che accade qualcosa di molto importante per la nostra storia…Il 1855 ha ovviamente rappresentato uno dei pochissimi casi in cui il 14 Agosto la città non potè celebrare la Festa dei Candelieri (Un altro un po’ più recente ce lo ricordiamo bene🤬…), ma proprio questi, erano anni in cui i Candelieri avevano perso gran parte del loro fascino e della loro istituzionalità, a causa dei mutamenti culturali dovuti agli influssi dell'illuminismo francese…Il colera aveva sterminato anime appartenenti a tutti i ceti, senza distinzione di sesso e di età: nobili, magistrati, medici, chirurghi, preti, frati, avvocati, procuratori, notai, negozianti, contadini, artieri d'ogni sorta, vecchi e fanciulli…questo è un momento in cui I Sassaresi si guardano negli occhi, e decidono di celebrare lo stesso la “Festha Manna” il 2 Dicembre, e con quel senso di unità che emerge in momenti come questi, ricominciano ad onorare con senso di appartenenza rinnovato, le promesse di chi secoli prima aveva fondato una tradizione proprio in occasione della fine di un’altra epidemia, la Peste, anche detta “Morte Nera”…ma questa un’altra storia🐀….
Alessio Pintus - Alice Piras
